Tempi sempre più duri per i detrattori dell'eolico. Alle rosee prospettive aperte dall'ormai famoso Kite Gen (in grado di funzionare con aquiloni super-tecnologici d'alta quota anzichè le solite e "tanto odiate" pale) si aggiunge in questi giorni la notizia di uno studio promettente e rivoluzionario da parte del California Institute of Technology (Caltech).
Lo studio in questione non riguarda l'eolico d'alta quota, ma quello tradizionale, eppure...
...giunge a conclusioni finora inimmaginabili a bassa quota. Secondo lo studio del Caltech (ecco i dettagli qui e qui) si può infatti aumentare grandemente l'efficienza dei parchi eolici non solo migliorando la tecnologia delle pale e dei rotori come s'è fatto finora, ma perfezionando la disposizione dei generatori stessi all'interno dei parchi eolici. Il trucco sarebbe quello di passare dalle tradizionali, efficienti ed ingombranti pale ad asse orizzontale (come quelle dell'immagine sopra), alle meno performanti ma più compatte turbine ad asse verticale. La dislocazione delle turbine ad asse verticale all'interno del parco eolico, avverrebe però non con una metodica tradizionale, ma sfruttando le caratteristiche peculiari di questo tipo di rotori e seguendo quanto emerso da precedenti studi sul comportamento dei banchi di pesci e degli stormi di uccelli.
Le turbine ad asse orizzontale, quelle attualmente più diffuse, devono essere installate a grande distanza l'una dall'altra per evitare che le turbolenze reciproche ne compromettano drasticamente l'efficienza. Col passare degli anni si sono costruite pale eoliche di questo tipo sempre più alte e mastodontiche per ottimizzarne la resa. Ciò ha però creato seri problemi paesaggistici (veri o pretestuosi che siano) e soprattutto ingegneristici. Questo trend inoltre ha portato a dover posizionare i generatori a distanze sempre maggiori l'uno dall'altro.
Partendo da questo punto di vista lo studio del Caltech si è concentrato sulle turbine ad asse verticale, le quali, pur essendo meno efficienti, possono però essere poste molto più vicine le une alle altre. L'idea di base, come si diceva, è stata quella di massimizzare lo sfruttamento del flusso di vento a bassa quota nel suo complesso, anzichè concentrarsi sulla resa delle singole pale. Lo studio ha così messo in evidenza che la vicinanza delle turbine verticali, a differenza di quelle orizzontali, può essere trasformata addirittura in un vantaggio: se le turbine addiaccenti girano in senso opposto l'una all'altra, infatti, si ottiene un aumento dell'efficienza di entrambe. La distribuzione delle turbine verticali, inoltre, è stata pianificata secondo i criteri suggeriti dalla natura (imparando cioè dagli stormi d'uccelli e dai banchi di pesci). Questo metodo consente di giungere ad una densità di turbine finora inimmaginabile, con un enorme aumento dell'efficienza in rapporto allo spazio occupato dal parco eolico nel suo complesso. Si sarebbe così passati dai 2-3 watt a metro quadro dei parchi con turbine ad asse verticale di tipo "tradizionale" ad una resa di 21-47 watt a metro quadro (col metodo del Caltech). Per saperne di più vedi qui.
Come si diceva, sono tempi duri per i detrattori dell'eolico e lo saranno sempre di più.
Il vento sta cambiando, buon futuro a tutti dal Panda.
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