giovedì 19 giugno 2014
Il picco ittico oceanico e la necessità di una visione olistica per la gestione del pianeta
Il vostro affezionato Panda, oggi vi propone un video che parla del crollo del pescato, a cui purtroppo stiamo assistendo su scala mondiale ormai dagli anni '80. Si sente spesso parlare di catastrofi ecologiche come di eventi possibili in un lontano ed imprecisato futuro. Un modo comodo per fuggire da "scomode verità" di vario tipo.
Benché non sia assolutamente vero che gli struzzi, quando si sentono minacciati, nascondano la testa sotto la sabbia, appare tuttavia ormai chiaro che in effetti esiste un animale dal comportamento analogo: noi. Gli esseri umani. Neghiamo i cambiamenti climatici provocati dall'uomo benchè vi siano prove scientifiche accuratamente e severamente revisionate che correlano l'attività umana al riscaldamento globale con un grado di confidenza del 95%. Neghiamo la sovrappopolazione attuale (rinviandola sempre ad un imprecisato futuro) pur essendo più di 7 miliardi di persone. Neghiamo il fallimento del turbocapitalismo globale anche dopo 6 anni di interminabile "crisi" economica. Neghiamo il picco del petrolio e l'esaurimento delle risorse pur di fronte a livelli di prezzi, di costi d'estrazione e a misurazioni fisiche che non dovrebbero lasciar nessun dubbio al riguardo.
Su l'esistenza di tanti "grossi guai" ormai non dovrebbero esserci più dubbi. Eppure è proprio tramite "dubbi inappropriati" piuttosto che per mezzo di secchi "no!" che quasi sempre si manifesta il negazionismo di massa. Comunque lo si voglia chiamare, sempre di "metter la testa sotto la sabbia" stiamo parlando.
Nonostante l'attuale predilezione del genere umano per quella "strategia", adottare la "tecnica dello struzzo" non ci aiuterà a risolvere i problemi attuali e/o futuri. Non svaniranno distogliendo lo sguardo.
Cresceranno a dismisura.
Una constatazione quest'ultima che poco o nulla ha a che fare con la retorica o con la "morale", ma che molto ha a che fare con le dinamiche esponenziali, a cui, purtroppo, tanti fenomeni devastanti sono riconducibili. Gli esseri umani tendono a pensare linearmente anche quando sono davanti a fenomeni che non sono lineari. Un piccolo errore d'intuito matematico che conduce spesso a disastri di proporzione biblica.
Un motivo in più per non fare "come gli struzzi".
E' bene poi ricordarsi che avere il coraggio di guardare "l'abisso" negli occhi non ha solo il vantaggio di restituirci un po' di dignità. Ha il vantaggio di salvare un sacco di vite umane.
Se a quel coraggio si unirà la saggezza di utilizzare una visione olistica, interdisciplinare e pragmatica (analoga a quella adottata dall'oceanografa Jackie Savitz nel video qui sopra), allora si otranno scoprire opportunità e sinergie ampiamente inaspettate.
Alla fin fine, a questo mondo malato, servono solo 3 "medicine" per ristabilirsi:
- il CORAGGIO di vedere ciò che va male nei vari "sistemi" che lo compongono;
- la SAGGEZZA di comprendere che i vari "sistemi" sono collegati e che quindi non possono essere "aggiustati" senza considerare questa interdipendenza sistemica;
- la FORZA di fare ciò che andrebbe fatto.
Certo, si tratta di tre "medicine" per niente banali, ma dopo tutto gli esseri umani non hanno solo l'istinto "dello struzzo". Sono molto più di questo. E' vero, gli esseri umani non sono perfetti, ma questo non gli ha impedito di scendere nella Fossa delle Marianne e di sbarcare sulla Luna, di scrutare dentro l'atomo e di immortalare ammassi di galassie, di dipingere la Cappella Sistina e di risolvere l'ultimo teorema di Fermat.
Non siamo esseri perfetti, ma possiamo spingerci oltre le nostre PAURE, oltre le nostre FOLLIE ed oltre le nostre DEBOLEZZE. Questo è il periodo storico in cui saremo costretti a farlo. L'alternativa non conviene a nessuno.
Buon futuro a tutti dal Panda
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Le tue tre medicine mi ricordano tanto una preghiera che ho imparato da militare:
RispondiElimina"Signore, dammi la capacità di cambiare le cose che possono essere cambiate,
la forza di accettare quelle che non possono essere cambiate,
la saggezza per distinguere le una dalle altre."
Non ho idea di chi sia l'autore, io l'ho letto in un murale della mia caserma.
E' una antica preghiera degli indiani d'America, ed è stata adottata nello stile di vita degli Alcoolisti Anonimi.
EliminaGianni Tiziano
Grazie a Jacopo e a Gianni. Beh, la preghiera degli indiani d'America e degli Alcoolisti Anonimi esprime il concetto assai più elegantemente e sinteticamente di come l'abbia fatto io. Se la nostra società avesse quel genere di atteggiamento culturale, dubiro che ora ci troveremmo a dover affrontare ciò che ci riserva il presente ed un futuro troppo prossimo per sentirsi al sicuro dalle calamità di cui pare farcito.
EliminaUn saluto a tutti dal Panda