Mi rendo conto che l’affermazione può suonare assurda per la maggior parte dei lettori, ma di questo occupiamoci dopo.
Come occidentali, la prima obiezione ad una tale affermazione dovrebbe essere: siamo ancora in democrazia, no?
Sì, sì, “tranquilli”. Siamo quasi “pienamente” tutelati dalle nostre democrazie evaporanti.
Democrazie evaporanti? Beh, sì, com’altro definire le sempre più calpestate e disattese costituzioni occidentali?
Se volete si potrebbero anche definire democrazie di cartapesta oppure camaleontiche dittature del capitale privato.
Ancora esagerazioni? Forse, ma quello che sta trapelando dai diversi accordi internazionali sul copyright sembrerebbe purtroppo di no.
Il vostro affezionato Panda non vi chiede di credergli sulla parola. Piuttosto vi consiglia caldamente di leggere questo interessantissimo articolo dell’avvocato e blogger Bruno Saetta apparso su Valigia Blu :
“Da ACTA alla delibera Agcom: il lobbismo per il copyright online”.
L’articolo è lungo e ricco di informazioni, ma merita ampiamente lo sforzo, poiché stiamo realmente “rischiando grosso”. Mettiamola così, il diavolo arriva sempre in punta di piedi, ma se arrivasse "a reti unificate" questo sarebbe il suo messaggio per noi:
Benvenuti nell’era della moneycrazia, una moderna versione “allegramente” e “distrattamente” ridotta e semplificata delle vostre “vecchie, inutili e noiose” costituzioni.
Punto numero uno: d’oggi in poi non siete più cittadini, ma unicamente consumatori. Votate quel che vi pare, ma non pretendete che serva a qualcosa.
Punto numero due: non vedrete più tutelati i vostri inutili diritti, ma i profitti altrui (quelli sì). Nessun tribunale, nessuna tutela della privacy e della libertà d’espressione o altre cavolate simili.
Punto numero tre: d’ora in poi è severamente vietato rimpiangere e parlare della dem…democr… -come cavolo si chiamava?-...vabbé… quella cosa lì… quella che “giustamente” vi siete lasciati scappare.
Buon futuro e buona lettura a tutti dal Panda
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