Viviamo in un mondo che lascia morire ogni anno milioni di bambini per una banale dissenteria, solo perché nessuno riesce a specularci abbastanza da rendere “l’affare appetibile”. Una volta accettato l’inaccettabile, non ci si dovrebbe poi stupire di vedere altre politiche catastrofiche intraprese con altrettanta disinvoltura. Stupirsi od indignarsi non basta. L’esito, nel medio e lungo termine, è virtualmente certo: un drastico ampliamento della massa di coloro che moriranno di stenti (bambini o meno) ogni anno.
L’illusione molto occidentale che certe cose capitino solo agli altri, sta lentamente finendo stritolata nelle maglie di una crisi sempre più drammatica ed oppressiva. Il problema è proprio questo: l’illusione sta svanendo, ma TROPPO lentamente. E se la sensibilità popolare cambia ad un ritmo inadeguato per far fronte agli eventi, la cultura dominante e la politica sembrano graniticamente immobili.
Il clima sta cambiando? Le energie fossili economicamente sfruttabili sono in forte esaurimento e rapido? Le api si stanno estinguendo? Le specie ittiche commerciali pure? I terreni si dilavano? I ghiacciai si ritirano e i fiumi non sfociano più in mare?... e cosa fa la politica? Parla di IMU, IVA, incentivi, consumi, PIL, ecc... ossia parla di qualsiasi sinonimo, incarnazione e declinazione del semplice e mero DENARO.
Esiste un chiaro e preciso motivo, se nessun essere umano sano di mente farebbe mai scelte tanto stupide, ma, collettivamente, sono proprio le scelte che finiamo per fare: NON siamo liberi di farle. Non lo siamo, perché siamo tutti schiavi dei soldi. Buoni o cattivi, intelligenti o stupidi, istruiti od ignoranti, potenti o miserabili. Tutte le decisioni che contano sono prese in base ai soldi e per un ottimo e pressante motivo: poiché chi non ne ha, all’interno dell’attuale sistema economico, MUORE (anzi viene lasciato morire da tutti gli altri dopo sofferenze, soprusi ed umiliazioni d’ogni tipo).
Quindi?
Quindi, non è vero che non sappiamo cosa fare. Lo sappiamo benissimo. Non è vero neppure che non lo vogliamo fare (per pigrizia, immoralità od altro). E' proprio che non possiamo farlo. Non rimanendo all'interno di un sistema monetario per lo meno, il ché è cosa assai diversa (mi pare). La confusione e le perplessità che contraddistinguono i giorni attuali, in realtà, derivano dal fatto che qualsiasi soluzione si riesca ad immaginare è generalmente confinata all’interno di un sistema monetario (dato per scontato in modo del tutto aprioristico e categorico). L’impossibilità di modificare l’attuale punto di vista monetario (per rigidità culturale e/o paura) rende impossibile il raggiungimento di una vera soluzione ai problemi che desidereremmo risolvere (iniquità, energia, cibo, acqua, clima, inquinamento, ecc…). Dando per scontato soluzioni inserite in contesti monetari si fallisce sempre per un motivo assai banale: è proprio il sistema monetario l’origine di tutti quei problemi.
E' evidente, oggi più che mai, che l’umanità dovrebbe impiegare le risorse naturali in modo MOLTO accorto. Eppure l'economia nel suo complesso fa l’opposto: massimizza lo scambio di soldi ovvero spinge in ogni modo (lecito o meno) al massimo consumo e sperpero di risorse. A livello aggregato si realizza così il massimo scempio di beni reali che risulti finanziariamente sopportabile dalla maggioranza dei soggetti che compongono l’economia in cui noi tutti viviamo.
Conclusione?
Per massimizzare benessere reale, dovremmo “semplicemente” rinunciare in toto al sistema monetario e qualsiasi altro sistema di scambio (come ad esempio il baratto). A dire queste cose si passa per sognatori, moralisti, esaltati o peggio. Il vostro affezionato Panda, tuttavia, preferisce definirsi semplicemente pragmatico: la sopravvivenza collettiva viene molto prima di una convenzione sociale, persino di quella sull’uso del denaro come principale leva motivazionale.
Una soluzione drastica, ma pur sempre una vera soluzione (e come tale richiede impegno e fatiche per essere attuata). Altro che IMU!
Buon futuro a tutti dal Panda
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