Quel che si dice può dar luogo ad equivoci, ma è anche una splendida opportunità per condividere qualcosa.
Tanto il parlare quanto il tacere sono una forma di comunicazione. La qualità della comunicazione non dipende dal parlare o dal tacere. Da cosa dipende allora?
Beh, semplicemete...
...la qualità comunicativa dipende dall’adeguatezza alle circostanze (e queste includono le situazioni e caratteristiche di coloro verso cui si comunica).
La qualità della comunicazione ha quindi a che fare con l’intenzionalità e l’empatia verso coloro a cui si sta tentando di comunicare. Avere buone intenzioni, in altri termini, è fondamentale per avere una buona comunicazione. Si possono fingere buone intenzioni, ma come tutti sano “ le bugie hanno le gambe corte”. Se le “gambe corte” vi vanno strette, allora bisogna far sul serio. In una comunicazione duratura l’egoismo truffaldino non paga.
Visto che, come è noto, “l’unione fa la forza”, avere una comunicazione di qualità è strategico per chi vuole essere forte. Di conseguenza, è strategico anche avere un’empatia evoluta. La collaborazione è da sempre la vera forza del genere umano. Fuori dalla rete sociale e culturale tessuta dai rapporti collaborativi, un essere umano solo non è altro che una scimmia nuda e pelata, ignorante e vulnerabile (molto più vulnerabile di qualsiasi latro animale). Siamo esseri umani, non abbiamo zanne o artigli poderosi, né solide corazze o muscoli poderosi. Non abbiamo ali con cui volare come aquile, né pinne con cui nuotare come squali. Non siamo particolarmente agili, né veloci, né sensibili. Abbiamo solo un po’ d’intelligenza in più rispetto agli altri animali. Ce ne vantiamo tanto, ma è poca cosa senza analoghe intelligenze nei dintorni disponibili ad allenarla e nutrirla adeguatamente. Siamo animali sociali. Senza la collaborazione dei nostri simili siamo solo ombre di ciò che possiamo essere. Quello che possiamo o non possiamo fare, sia come singoli sia come gruppi, dipende dalla qualità della rete di collaborazioni che riusciamo a tessere.
Tutto ciò che ha a che fare con la potenza umana ha quindi a che fare con la buona volontà, la buona comunicazione e la buona socialità. L’empatia è alla base di tutto ciò. Non c’è violenza o cupidigia che tenga: ci impegniamo in ciò che ci piace e ci diverte, non in ciò che siamo costretti a fare o che ci arreca un guadagno monetario. Per quanto può sembrare strano è proprio l’empatia la forma più aggressiva e dominante di adattabilità evolutiva. Fuori dal contesto umano si chiama simbiosi. Chi considera l’empatia come “buonismo” o “debolezza” è uno sprovveduto ed un ignorante destinato all’estinzione: un fallimento evolutivo tra i tanti.
Internet è uno strumento (e solo uno strumento) che può dare un’arma in più in mano all’empatia ed alla collaborazione umana. Uno strumento molto potente per aggregare idee, informazioni e potere di calcolo. Un mezzo per altro giovanissimo e assai lontano da una sua piena maturità tecnologica. Internet ha tutte le carte in mano per poter essere, in chiave evolutiva, la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, traghettandoci dall’era umana a quella trans-umana. Parlare di trans-umanismo può spaventare o esaltare. Al di là delle preferenze personali, comunque, sarebbe bene ricordarsi che il nuovo di solito fa paura, ma di norma i rischi peggiori li si corre con ciò che non si teme più. E’ ciò con cui abbiamo troppa confidenza che finisce per tradirci. E’ ora di cambiare.
Buon futuro a tutti dal Panda
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