La sola parola "discarica", ogigiorno, fa venir in mente immagini raccapriccianti: le cataste di rifiuti di Napoli e dintorni, le mamme vestite di nero (costrette a pregare per un miracolo anti-discarica), immani disastri eco-mafiosi , ugualmente immani disastri civili con tanto di esercito e polizia schierati a battaglia per risolvere il problema "monnezza".
Pandemica-mente ritiene che "l'emergenza rifiuti" sia risolvibile in breve tempo a patto di eliminare la criminalità organizzata che fomenta artificiosamente il fenomeno. Il problema rifiuti, invece, (ossia quello che ha a che fare non con la mafia, ma solo ed esclusivamente con la "monnezza") può essere risolto nel medio periodo con la riduzione dei rifiuti stessi, con il ri-uso, con l'uso consapevole e collettivo dei beni ed infine con il riciclo di quel che avanza. In quest'ottica se si vuole eliminare definitivamente il problema, il concetto stesso di rifiuto deve sparire. A quel punto la realtà del "rifiuto" dovrebbe lasciare definitivamente il posto a quello della materia prima secondaria. Qualsiasi cosa si possa creare la si può creare considerando fin dal principio l'intero suo ciclo di vita, compresa la sua "morte". Ciò necessita una visione politica, economica e culturale più efficiente di quella attuale e nulla più.
Pandemica-mente, date queste premesse, non vede di buon occhio nè gli inceneritori nè le discariche.
Le discariche non sono una soluzione, mafia o non mafia. Ancor meno possono essere una soluzione gli inceneritori che qualcuno si ostina cinicamente a chiamare termovalorizzatori. La soluzione è e rimane quella che, in cuor proprio, tutti sanno: bisogna ridurre i rifiuti all'origine (ad esempio con l'eliminazione di tutti gli imballaggi a perdere), utilizzare le risorse con più consapevolezza ed infine recuperare gli scarti con il riciclo organizzato e regolamentato normativamente, economicamente e socialmente.
Ciò premesso, bisogna tuttavia dire che, anche se si vuol parlare ad ogni costo di discariche, beh: c'è discarica e discarica.
Nel breve periodo, le discariche sono inevitabili, comunque la si veda. L'attuale società è impostata per creare milioni di tonnellate di rifiuti che, in un modo o nell'altro, devono pur essere trattati. Le discariche tuttavia non sono tutte uguali. Oltre alle realtà degradate e degradanti del melodramma puzzolente del napoletano (che oltretutto sviliscono l'immagine del made in Italy nel mondo), vi sono anche realtà assai meno note, ma ben più virtuose. Vi sono discariche, ad esempio, come quella visitata di recente dal vostro Panda. In Emilia Romagna, infatti, c'è la S.a.ba.r. S.p.a., una società nata dalla volontà di 8 comuni della bassa reggiana per una gestione dei rifiuti meno folle. Nella discarica della Sabar si crea elettricità recuperando e bruciando il biogas derivante dalla decomposizione della massa organica dei rifiuti. Si crea elettricità anche dalla combustione delle biomasse. Si crea elettricità inoltre da pannelli fotovoltaici installati sia sugli edifici di separazione della parte secca (per il riciclo di carta e cartone), sia sulla parte di discarica ormai dismessa. Su un'altra parte di discarica dismessa è stato fatto sorgere un piccolo bosco. La discarica sorge su una conformazione argillosa che crea una barriera naturale in grado di preservare le falde acquifere eppure è stata data grande attenzione alla gestione del percolato. Una parte di questo viene tratato tramite fitodepurazione ossia viene depurato in loco facendo crescere delle piante. Ed infine, nella discarica della Sabar, viene coltivato dell'ottimo basilico. Non è uno scherzo. All'interno del comprensorio della discarica sorgono delle serre di coltivazione del basilico gestite da una cooperativa sociale che impiega lavoratori svantaggiati. Le serre sono scaldate tramite teleriscaldamento derivante dall'impianto di cogenerazione che brucia il biogas (che, come avevamo detto prima, genera elettricità e, come aggiungo ora evita che il metano prodotto dalla discarica finisca in atmosfera contribuedo a peggiorare l'effetto serra). Questo esempio, come quello del centro di riciclo di Vedelago di cui ci eravamo occupati in passato, e come tanti altri sparsi qua e la per l'Italia, dovrebbero avere la massima visibilità, per ricordare a tutti che con un po' di buona volontà si possono ottenere risultati incredibili.
P.s. -Il vostro Panda ha partecipato come visitatore, insieme a centinaia di altre persone, all'eco-day organizzato nella discarica della Sabar per far conoscere quella realtà dal vivo. La visita si è svolta tra gustosi buffet, murales e mostre artistiche, laboratori educativi, trenini per bimbi e visitatori vari , discorsi delle autorità. All'uscita è stato pure regalato un vasetto di profumatissimo basilico. Proprio quello che sto guardando ora mentre scrivo questo post pieno di speranza.
Un saluto a tutti dal Panda.
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