mercoledì 27 ottobre 2010

Femminismo oggi

Pensate che il femminismo sia roba da anni '60? Io no. Oggi più che mai c'è bisogno di equità. Non solo nei paesi del terzo mondo. Basta poco per rendersi conto che, anche (e soprattutto) in Italia, il maschilismo impera. Non mi riferisco al galateo. La discriminazione delle donne è un danno sociale, culturale ed etico, certo, ma è soprattutto una piaga per l'economia e, nei tempi in cui viviamo, non ci si può permettere di essere inefficienti. Credo che la parola femminismo dovrebbe ricevere una nuova connotazione: non più etico-politica, ma economica. Una connotazione che dovrebbe interessare prima di tutti proprio noi maschi (dico noi perchè io lo sono). Le esperienze economiche in cui alle donne sono state date più opportunità sono inequivocabili. D'altra parte, al di là di facili battute e trite controversie da "guerra dei sessi", è facile capire che, se un'economia esclude o limita il mondo femminile, esclude o limita il 50% circa della sua forza lavoro. Come si può credere che ciò non abbia pesanti effetti economici? Tutto ciò è tanto più vero oggi: con la crisi in atto e la concorrenza sempre più pressante di stati quali India, Cina e Serbia.
Con il video qui sotto (che può essere visto con sottotitoli in italiano), lascio proprio ad una donna il merito di spiegare (assai meglio di me) le dimensioni e le caratteristiche del problema.

Buona visione e un sauto a tutti dal Panda.


giovedì 21 ottobre 2010

Repetita iuvant

Perchè usare un nuovo post per mostrare un filmato già pubblicato in precedenza? Beh, come dicevano i romani "Repetita iuvant" ossia a furia di ripetere qualcosa rimarrà. La ripetizione in questo caso non è nemmeno tanto casuale. Con essa Pandemica-mente rinnova l'invito, rivolto a tutti, di ridurre il più possibile l'uso degli imballaggi in generale, nonchè ad usare consapevolezza in merito alla risorsa naturale numero uno: l'acqua. Il rinnovato appello, nel suo piccolo, vuol accentuare ed evidenziare la campagna anti-bottiglie di plastica che finalmente una nota catena distributiva italiana ha intrapreso con coraggio proprio in questi giorni.

Buona visione a tutti dal Panda.

mercoledì 20 ottobre 2010

"5 balzi + 1" o "della Singolarità Tecnologica"

Per comprendere efficacemente il presente e tentare di prevedere il futuro occorre prima di tutto imparare dal passato. Per chi si interessa al tema della Singolarità Tecnologica, è fondamentale capire a che punto siamo con l'accumulo della conoscenza e quanto velocemente crescerà in futuro. A tal proposito, la storia della capacità di creare ed accumulare conoscenza da parte del genere umano può essere, in estrema sintesi, condensata in cinque distinte fasi evolutive.

sabato 16 ottobre 2010

Accelerando verso la Singolarità

Per chi non lo sapesse, Ray Kurzweil  è uno dei più famosi ed attivi sostenitori e divulgatori del concetto di Singolarità Tecnologica. La sua attenzione, in qualità di apprezzato futurologo, si è concentrata per anni proprio sull'andamento del progresso tecnologico. Dal suo punto di vista, la Singolarità Tecnologica (con tutto ciò che ne consegue) non sarebbe altro che ciò che accadrà quando il genere umano raggiungerà la parte più alta della funzione che disegna il progresso tecnologico nel corso della sua storia. Ovviamente non siamo ancora giunti ad una tale svolta, ma, se la funzione dello sviluppo tecnologico fosse effettivamente esponenziale come sostiene Kurzweil, allora la Singolarità oltre ad essere estremamente probabilmente, potrebbe anche manifestarsi in tempi molto più ristretti di quelli che la maggior parte delle persone potrebbe pensare.
Nel filmato è Kurzweil stesso a parlarci di tutto quindi non starò ad annoiarvi un secondo di più con le mie ben misere parole. Un'ultima nota, il video è sottotitolato anche in italiano e proviene da quello splendido gioiello culturale che è TED.

Buona visione a tutti dal Panda.

mercoledì 13 ottobre 2010

Scontri di Genova, gay pride, gasdotti e videocrazia

Gli scontri avvenuti nello stadio Ferraris di Genova in occasione della partita Italia-Serbia hanno uno stranissimo tempismo. Essi avvengono a poca distanza di tempo da quelli avvenuti al gay pride di Belgrado. Secondo quanto dichiarato da Slobodan Homen, vice ministro della giustizia serbo, le violenze di Genova sono infatti collegabili a quelle avvenute domenica scorsa, quando, durante il primo gay pride di Belgrado, analoghi episodi di violenza si sono verificati a scapito, in quell'occasione, dei pacifici partecipanti alla nota manifestazione che si batte contro l'omofobia.
Entrambi i fatti si innestano in un periodo politico rovente in Serbia a causa della sua possibile ammissione all'Unione Europea. Il vicepremier serbo Bozidar Djelic, in merito, è arrivato a sostenere apertamente che, secondo fonti di intelligence, frange estremistiche di destra starebbero cercando di ostacolare il processo di integrazione della Serbia per l'ingresso nell'Unione Europea. Non proprio una vicenda chiara...


sabato 9 ottobre 2010

C'è discarica e discarica

La sola parola "discarica", ogigiorno, fa venir in mente immagini raccapriccianti: le cataste di rifiuti di Napoli e dintorni, le mamme vestite di nero (costrette a pregare per un miracolo anti-discarica), immani disastri eco-mafiosi , ugualmente immani disastri civili con tanto di esercito e polizia schierati a battaglia per risolvere il problema "monnezza".
Pandemica-mente ritiene che "l'emergenza rifiuti" sia risolvibile in breve tempo a patto di eliminare la criminalità organizzata che fomenta artificiosamente il fenomeno. Il problema rifiuti, invece, (ossia quello che ha a che fare non con la mafia, ma solo ed esclusivamente con la "monnezza") può essere risolto nel medio periodo con la riduzione dei rifiuti stessi, con il ri-uso, con l'uso consapevole e collettivo dei beni ed infine con il riciclo di quel che avanza. In quest'ottica se si vuole eliminare definitivamente il problema, il concetto stesso di rifiuto deve sparire. A quel punto la realtà del "rifiuto" dovrebbe lasciare definitivamente il posto a quello della materia prima secondaria. Qualsiasi cosa si possa creare la si può creare considerando fin dal principio l'intero suo ciclo di vita, compresa la sua "morte". Ciò necessita una visione politica, economica e culturale più efficiente di quella attuale e nulla più.
Pandemica-mente, date queste premesse, non vede di buon occhio nè gli inceneritori nè le discariche.
Le discariche non sono una soluzione, mafia o non mafia. Ancor meno possono essere una soluzione gli inceneritori che qualcuno si ostina cinicamente a chiamare termovalorizzatori. La soluzione è e rimane quella che, in cuor proprio, tutti sanno: bisogna ridurre i rifiuti all'origine (ad esempio con l'eliminazione di tutti gli imballaggi a perdere), utilizzare le risorse con più consapevolezza ed infine recuperare gli scarti con il riciclo organizzato e regolamentato normativamente, economicamente e socialmente.
Ciò premesso, bisogna tuttavia dire che, anche se si vuol parlare ad ogni costo di discariche, beh: c'è discarica e discarica.


lunedì 4 ottobre 2010

C'è monorotaia e monorotaia

Pensate che il problema del traffico sia grave? Lo smog è insopportabile? Preoccupati per il caro benzina?
Le soluzioni sono più di quelle che uno potrebbe immaginare. Se sapete cosa sia la cura del ferro , oppure cos'è Shweeb, cosa sta cercando di fare Better Place,  o perchè è "tanto" famoso Jaime Lerner e la sua città Curitiba, o ancora, se sapete già cosa implica un esperimento urbanistico come Arcosanti e cosa sia un'arcologia, allora immagino avrete già un'idea piuttosto precisa di quanto vaste, belle e concrete possano essere le alternative all'auto privata.
Se invece siete di quelli che, come me, devono pensare ad un episodio di Batman oppure ad un qualche altro film holliwodiano, per riuscire a ricordarsi com'è fatta una monorotaia, beh, allora probabilmente non sapete nemmeno che la monorotaia, tra i precedenti esempi citati, era la Shweeb. Se volete divertirvi un po', potete cimentarvi con l'ottimo sito (in inglese) della Shweeb oppure, ancor più semplicemente, potete guradarvi il loro gustosissimo video qui sotto.



Saluti a tutti dal Panda

sabato 2 ottobre 2010

Singolarità Tecnologica e concretezza

Il Transumanesimo può essere definito come una classe di filosofie che cercano di guidare il genere umano verso una condizione postumana. Il Transumanesimo è assai simile all'Umanesimo (rispetto per la ragione e le scienze, l'impegno per il progresso, alta concezione e dell'esistenza umana). A differenza dell'Umanesimo, tuttavia, ad esso aggiunge la tendenza a riconoscere ed anticipare le radicali trasformazioni della vita umana a seguito di un drastico incremento nello sviluppo tecnico e scientifico. Come si può facilmente intuire da tutto ciò, il Transumanesimo ed il concetto di Singolarità Tecnologica sono entità culturali assai prossime. Il Transumanesimo, o per lo meno alcune sue parti, ricerca e sviscera i vari aspetti ed implicazioni che una Singolarità Tecnologica comporterebbe sulla condizione umana. Il Transumanesimo, data la sua natura di tipo illuminista, ha un approccio positivio verso la Singolarità Tecnologica, vedendola come possibile strumento per il raggiungimento di una condizione postumana. Per essere più espliciti, il Transumanesimo è ottimista in merito alla Singolarità Tecnologica, perchè per un transumanista è innato vedervi uno strumento formidabile in grado di emancipare finalmente l'umanità dai suoi stessi limiti.

Io, al contrario dei transumanisti, mi ritengo più possibilista  nei confronti della Singolarità. Possibilista nel senso che non la ritengo inevitabile e possibilista  anche perchè non la considero necessariamente positiva. Potremmo autodistruggerci o degradare la nostra società, economia o cultura prima di raggiungere la Singolarità Tecnologica e le sue mirabolanti potenzialità. Anche se poi riuscissimo a giungere alla Singolarità Tecnologica prima di esserci distrutti con le nostre stesse mani, nulla vieta di immaginare una possibile Singolarità Tecnologica malevola, ossia una Singolarità Tecnologica che, invece di essere la fulgida premessa ad una brillante evoluzione del genere umano (come ritenuto dal Transumanesimo), possa rappresentare al contrario la fine del genere umano stesso.

Tale visione possibilista in merito alla Singolarità, non va tuttavia confusa con una sostanziale neutralità in merito al concetto. Penso che la Singolarità debba essere ricercata attivamente con tutti i mezzi a nostra disposizione. Penso questo perchè i limiti umani e la tendenza all'autodistruzione sono pericolosamente vicini. Ritengo tuttavia che debba essere messo altrettanto impegno a far sì che la Singolarità Tecnologica tanto agognata si mostri di tipo benigno, ovvero che ci si impegni a costruire un processo tecnologico-culurale intrinsecamente etico. La creazione volontaria od accidentale di una Singolarità tramite la nascita di una super-intelligenza aggressiva od indifferente verso la condizione umana comporterebbe quasi certamente una rapida estinzione del genere umano. La ricerca della Singolarità è un passo da compiere e da compiere con una certa celerità, ma da compiere anche con estrema saggezza e prudenza.


venerdì 1 ottobre 2010

Democrazia sonnacchiosa

«È sempre possibile svegliare uno che dorme, ma non c’è rumore che possa svegliare chi finge di dormire». Jonathan Safran Foer, con questa breve frase, è riuscito a condensare quanto non potrebbe essere espresso meglio neppure con miliardi di parole. Questa citazione, vera quando si parla di singoli, mi pare ancor più vera ed intrigante se riferita alle masse. Un’enorme e trasversale corrente di pensiero (di fatto l’attuale cultura dominante) ritiene che tutti gli uomini di potere schiaccino, depredino e si facciano beffe della società odierna. La frase «sono tutti ladri! », riferita ai politici nella loro globalità, riassume bene questa visione. Data questa premessa, la “logica” conclusione che molti si sentono di trarre è che le masse sarebbero assai migliori se non fossero così crudelmente ingannate e sfruttate dai “potenti”. Questa cultura, lungi dall’essere un innocuo ed indifeso vezzo, è il cuore pulsante del qualunquismo più estremo. Alimenta l’astensionismo, la disgregazione sociale, la conflittualità. E’ una cappa morbosa che ottenebra le coscienze civiche strizzando l’occhio con falsa complicità ai telespettatori. Scipperebbe la capacità d’indignarsi realmente anche ad un santo. E’ il baluardo in cui si annidano i peggiori istinti dell’uomo quali l’indifferenza, l’egoismo e la rassegnazione. I mass-media la alimentano sottilmente, ma con forza e costanza, ormai da decenni a tutto vantaggio di ben delimitati interessi. Essa si alimenta di scandali, pseudo-scandali e battute varie tra il comico ed il lagnoso. Il vero problema però non è che le masse “dormono” sotto l’ipnosi dei perfidi potenti. Il problema è che fanno finta di dormire.