tag:blogger.com,1999:blog-6354325925474652226.post7420419937413465676..comments2023-07-06T16:59:55.729+02:00Comments on Pandemica-mente: Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 3Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/09239138479652122431noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-6354325925474652226.post-2411753082644227092012-12-23T02:13:16.711+01:002012-12-23T02:13:16.711+01:00Ciao Max, scusa se ti rispondo solo ora.
Per il ...Ciao Max, scusa se ti rispondo solo ora. <br /><br />Per il multilinguismo urbano non sono informato, quindi non saprei risponderti, ma per il web ci sarebbe tantissimo da dire.<br /><br />Il multilinguismo, nella visione sociale verso la Singolarità, rappresenta forse il principale ostacolo. Finora è rimasto irrisolto, ma non si può dire che nulla è accaduto: i traduttori automatici, benché ancora largamente inaffidabili, hanno fatto passi da gigante con approcci di tipo statistico quali quelli di Google Translator; le traduzioni tramite crowdsourcing hanno permesso abbattimenti di costi e tempi; il web è pieno di dizionari on-line e di forum di traduttori; l’Università di Princeton ha sviluppato un sistema "robusto" noto con il nome “Universal word” (ulteriormente perfezionato dal Politecnico di Madrid); sono sorte realtà commerciali come Dotsub (per le traduzioni dei sottotitoli nei video) e realtà vaste come quella di http://mymemory.translated.net/ (che guarda caso coniuga traduzioni umane ed automatiche). <br /><br />Personalmente credo che manchi una visione di insieme. basterebbe un mecenate illuminato per dare una grande svolta in tal senso (e personalmente trovo scandaloso che le multinazionali non abbiano ancora capito il potenziale mediatico e comunicativo insito nel fornire all'intera comunità web un valido ausilio per le traduzioni).<br /><br />Allo stato attuale (che potremmo definire embrionale rispetto alle potenzialità inespresse del web), per far fare un balzo impressionante alla mitigazione del problema basterebbe anche il semplice utilizzo di uno standard di taggatura del testo scritto in modo da arricchirlo di informazioni utili alla disambiguazione del testo stesso e alla facilitazione di una sua successiva traduzione (umana o meno). L'idea sarebbe quella di permettere all'autore o ad eventuali programmi specializzati (o a un mix delle due cose) di aggiungere al testo informazioni aggiuntive di tipo semantico, logico, grammaticale, linguistico ecc... Parlo di un banale standard su cui possano lavorare volontari e aziende software e di traduzione. <br /><br />In definitiva, anche senza possedere il "traduttore universale perfetto", si può far letteralmente mettere il turbo ad Internet semplicemente accelerando la circolazione dei contenuti riducendone l'attrito e i colli di bottiglia rappresentati delle traduzioni dei contenuti stessi.<br /><br />Il processo qui accennato se spinto fino ad un certo livello innescherebbe meccanismi di feedback positivo: riduzione di tempi e difficoltà di traduzione comporta un aumento dei potenziali traduttori e delle traduzioni con due conseguenze, il calo dei costi di traduzione e l'aumento del numero delle traduzioni, quest'ultime a loro volta possono contribuire a migliorare l'affidabilità dei traduttori automatici basati su analisi statistiche i quali renderebbero ancora più facili le traduzioni e via dicendo. Il loop potrebbe procedere fino a giungere effettivamente ad un traduttore universale (forse non perfetto, ma sicuramente accettabile quanto basta per rendere il web realmente GLOBALE). <br /><br />Ancora una volta quello che manca non sono i mezzi, ma un punto di vista per così dire... inusuale. <br /><br />Per esperienza personale, comunque, posso garantirti che persino ora, una persona che conosca l'inglese ad un livello scolastico come me, può riuscire a fare traduzioni accettabili attraverso l'uso integrato di strumenti online come traduttori automatici online, siti come MyMemory e dizionari online come WordReference e forum di traduttori e linguisti.<br /><br />Qui mi fermo per questioni di lunghezza.<br /><br />Un saluto di cuore a Max e a voi tutti dal PandaAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/09239138479652122431noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6354325925474652226.post-49593862039954380242012-12-21T19:53:58.232+01:002012-12-21T19:53:58.232+01:00"Tale fastidioso ostacolo è che il web è un s..."Tale fastidioso ostacolo è che il web è un sistema multilinguistico. Se la rete di computer di cui Internet è composto è globale nel senso pieno del termine, la rete di persone fisiche che la compongono è per la quasi totalità di tipo nazionale. Questo fatto meramente culturale spezza la rete in decine (se non centinaia) di reti minori collegate tra loro attraverso imponenti colli di bottiglia costituiti da quei relativamente pochi utenti in grado di effettuare traduzioni (simultanee e non)." <br /><br />Secondo me questo e un problema molto importante e benche' come tu dici poi piu' sotto presenta anche enormi opportunita, finora non e' stato risolto o e' stato risolto solo molto parzialmente. <br /><br />Ma mi fa pensare che anche molte cosiddette Global Cities evidenziano lo stesso tipo di problema Si incontrano o si vedono molte persone in giro con le quali e difficile comunicare. E spesso per questo magari le si evitano del tutto. E come tu forse saprai negli Stati Uniti si parla del a) melting pot model b) the fruit salad model and c) the balkanization model ....or a bit of each of the above.... quando ci si riferisce a che tipo di societa' sono gli Stati Uniti in termini della presenza di molti immigranti di molte culture e lingue, e di che tipo di miscuglio o miscela od agglomerazioni formano....cose che fra l'altro non corrispondono nemmeno esattamentte al cosiddetto "multiculturalism".<br /><br />Io (ed ho vissuto tanti anni negli Stati Unit) ho notato un certo "shift" dal melting pot model al fruit salad model, ma non ugualmente od ovunque. Adesso a Chicago (citta molto al nord della frontiera con il Messico) vi sono vaste zone dove si parla quasi solo lo Spagnolo. (benche' molti degli abitanti parlino anche l'inglese) Ed il Russo in alcune parti di Brooklyn ed il Cinese e tante altre lingue Asiatiche, Europee ed anche Africane, secondo i vari altri posti o secondo il luogo specifico. Mentre invece per quel riguarda l"Internet "il posto" e' un computer o una piccola o grande serie di computers. <br /><br />Quindi magari "il catalizzatore" o la maniera per fronte a questi tipi di problemi (se la si trova) puo' essere utile non solo per integrare meglio l'Internet ma anche per gli incontri faccia a faccia ormai in quasi tutte le grandi citta del mondo ed anche nelle piu piccole. Cioe' come si risolve il fatto che i sette miliardi di abitanti della terra parlano moltissime lingue ed appartengono a tantissime culture le quali percepiscono, interpretano e capiscono ed intendono il mondo in modi diversi? Se vogliamo formare "la grande rete integrata e pensante" prima o poi bisognera risolvere questo problema in qualche modo, e se ci si riesce sara' anche importante e molto utile per la vita non-virtuale o non-web. E tu cosa ne pensi?<br /><br />Max I.noreply@blogger.com